lunedì 26 novembre 2007

La performance..una condizione difficile!!!


Oggi mi va di parlare un pò di cosa è la performance, o come possiamo intenderla.
Ieri mi trovavo, dopo la partita, a discutere con una "mia" calciatrice, cosa è la performance, e su quali fattori si basa.
Spesso , per un calciatore, o un atleta di sport aciclico, la massima performance è molto difficile da raggiungere, ma ancora più difficile restarne in quello stato.
Notavo che la calciatrice con cui parlavo, non riusciva ad esprimere con chiarezza quale fosse il motivo delle sue ultime prestazioni non al top rispetto al mese scorso.
Ancor più difficile e complesso fare un quadro chiaro del momento per spiegare e capire quali fossero le cause.
Diciamo che la massima performance, che non è quantificabile con nessun test ne fisico ne tecnico, viene raggiunta da una serie di fattori, tra cui anche la forma atletica.
Per essere al quanto pratici io inserirei 4 fattori che influiscono sulla massima performance, e cioè:

- Status mentale;

- Forma fisica;

- Status emotivo general e pre - gara;

- Motivazione alla massima performance.

Status mentale: è innegabile che vivere nel periodo agonistico una buona condizione mentale di serenità e tranquillità, favorisce in modo positivo l'approccio allo sforzo fisico e ad uno stato di "accettazione" alle proposte di carico fisico e tecnico. Lo stress, ad esempio, dovuto a diversi fattori personali (analizzabili e discutibili con lo stesso giocatore) influisce sulla volontà e sulla lucidità nell'essere "presenti" alle esercitazioni e alle partite la domenica. Perchè se ci riferiamo a massima performance, dobbiamo intendere quella condizione che ci permette di eseguire giocate e prestazioni che ci fanno andare al di sopra delle nostre comuni e solite capacità, senza dover "spendere" energie aggiuntive, se non chè avvolte anche inferiori.

Forma fisica: non spendo molte parole per la forma fisica, perchè è scontato che avere una buona forma fisica, e non mi riferisco all'eccellenza atletica, fa da corollario a tutte le altre condizioni che ho elencato. Fatto sta che, contemporaneamente, la forma fisica spesso è influenzata dalle altre condizioni, le quali se mancano non permettono la massima predisposizione all'allenamento settimanale.

Status emotivo generale e pre-gara: a mio modesto parere, forse lo stato emotivo di un giocatore è quello che influisce di più sulla prestazione e sull'allenamento. E' risaputo che un non ottimo stato di serenità o di turbamento interiore e affettivo ha delle enormi ripercussioni sull'attività agonistica, sin anche alla sospensione temporanea dell'attività nei casi più gravi. Per un tecnico e per lo staff è fondamentale capire ed osservare anche questa evoluzione di un proprio atleta e riuscire a comunicare con lui. Il non considerare questo aspetto e continuare a "pretendere" un certo tipo di allenamento può portare ad un calo di prestazione.

Motivazione alla massima performance: questa è una di quelle condizioni che secondo il mio parere determina in fine la massima performance: la volontà di raggiungerla. Ritengo che l'aspetto volitivo e la coscienza di voler arrivare a certi risultati possa anche aiutare a migliorare le altre condizioni. Un aspetto, infatti, importante dello staff tecnico è capire la determinazione di un proprio calciatore e cercare di esaltarlo quando questi è in fase anabolica in senso generale.
Da qui, l'aspetto della comunicazione con i propri atleti riveste un ruolo importante.

Su questo argomento della performance mi piacerebbe un confronto e un piccolo dibattito da chi lo legge e ne è direttamente coinvolto.
E' ben accetta l'analisi di altri aspetti che ho ritenuto "secondari" a favore di questi.

domenica 18 novembre 2007

In parte....con personalità!!!


Non si può dire certo che il rusultato sia buono, perchè al di là di come maturi, una sconfitta è sempre una sconfitta.

Ma non posso mai dimenticare le parole di Fabio Capello 2 anni fa quando allenava la Juve, che dopo una sconfitta a Milano per 3 -1 contro il Milan, lasciò lo stadio sostenendo di aver capito che avrebbe vinto il campionato (al di là delle Moggiate, e spero non sia per quello che lo abbia detto).

Bhè, oggi ho capito che abbiamo una squadra, non certo per vincere il campionato, ma per poter vincere contro tutti. Non è un contro senso, ma credo che quando ogni calciatrice capirà bene la forza della propria squadra, potrà vincere tutte le partite, al di là degli episodi.

Se partiamo dal secondo tempo di oggi (anche se il primo non è da buttare) possiamo fare molto! Andiamo avanti e continuiamo a lavorare!

lunedì 12 novembre 2007

A mente più lucida


E' di sicuro rammarico il risultato di ieri per come è andata la partita e soprattutto per un grande mea culpa che ognuno di noi deve fare per non aver portato a casa i tre punti, ma se riusciamo ad avere una visione più globale del cammino fatto fin ora qui, non possiamo certo demolarizzarci.

Se guardiamo la classifica attuale (classifica) siamo al terzo posto (anche se con altre 3 squadre) e forse un mese fa lo avremmo firmato. Ad oggi, è vero, stiamo prendendo coscienza della nostra forza e dei nostri mezzi, e quindi sappiamo che quella posizione è meritata pienamente (ricordiamo che 3 punti con l'Acese li abbiamo presi in campo) e anzi, un paio di punti in più avremmo potuto averli.
Il fatto sta nel riuscire a fare una analisi di come si conquistano le vittorie in campo, e che spesso le potenzialità tecniche non sono l'unica cosa sufficiente per vincere.

Vanno analizzate le caratteristiche della squadra e le sue capacità di adattamento all'avversario; la poliedricità di attuare una metamorfosi di gioco nel corso della partita e della gestione di questa anche dello stesso staff tecnico; la capacità di imparare durante la partita e di attuare queste cose nella partita stessa ; il ricordarsi che molte sono alla prima o alla seconda esperienza di B e che avere la meglio dell'avversario, un avversario che di sicuro ha combattutto e creduto di più ad un risultato possibile, spesso comporta degli sforzi mentali; il sapere che avvolte la responsabilità sta anche in noi che facciamo delle scelte e che possiamo sbagliare, non tenendo sempre di conto le potenzialità di ognuna e delle proprie capacità atletiche in quel momento: tutto questo, e potrei elencare altri motivi, adesso sono un frullato nel quale dobbiamo sapere identificare i gusti ad uno ad uno.
Un frullato che sappiamo fatto da frutta di ottima qualità (non in tutte le sua componenti, ma ci sta anche questo) che può dare risultati inimmaginabili e anche superiori a quelli fin' ora espressi, ma che avvolte (vedi ieri) può avere un gusto amaro, o quasi, perchè non è riuscito a fare assaporare tutto il suo gusto.

Tutti noi vogliamo un risultato: ci siamo detti di fare bene e lo stiamo facendo.
E' vero anche che ci sono molti errori: l'importante è sapere quali sono e come porre rimedio.
Non dobbiamo avere paura di fare delle scelte, perchè un giorno potremmo pentircene.
Non dobbiamo avere paura di gestire un gruppo e di fare scelte che nell'immediato possono sembrare dure. A tutti noi staff è stato affidato un compito e ce ne siamo presi la responsabilità, con la stessa che ci deve far prendere avvolte scelte difficili. Abbiamo la fiducia di un gruppo che vuole fare bene e ascolta (non proprio sempre) quello che gli viene detto, ma stiamo attenti a cosa diciamo.
Lavoriamo in coerenza e non facciamo differenze: quest'anno è il famoso anno di costruzione. Non è la solita frase fatta, perchè abbiamo mattoni giusti e calcestruzzo: ora la mano agli ingegneri e carpentieri.
Buon lavoro!!!

domenica 11 novembre 2007

L'onore ferito




Chissà perchè? Mi piacerebbe entrare nelle teste di ognuno di voi per vedere il perchè di questo atteggiamento che per me non ha senso.


Spendete 3 delle vostre sere sul campo per "allenarvi", ma in molte di voi spesso c'è una notevole difficoltà a predisporvi all'ascolto.


Eppure, almeno per quanto mi riguarda, ho sempre cercato di trasportarvi e di trasmettervi una notevole grinta, quella che proprio oggi avete lasciato a CASA. Vabbè, ora ho sonno, ci vediamo domani!!